L’Unità 17 aprile 2005
«L’alternativa al metrò? Tre linee di tram»Il progetto di nuova mobilità cittadina è bloccatodal governo. Che fare?
La guerra del metrò che ha imperversato in città negli ultimi due anni del mandato Guazzaloca continua a svolgere la sua nefasta opera, malgrado gli elettori abbiano chiaramente indicato cosa ne pensavano del progetto Mab. Alla notizia che il governo Berlusconi non intende trasferire al metrò/tram modificato dalla giunta Cofferati il finanziamento della prima linea ottenuto sulla carta, ma solo sulla carta, dalla giunta Guazzaloca, la stampa, le forze politiche e le forze economiche, unanimi hanno gridato: «Alla sciagura…, al danno per la città…, al boicottaggio!».
Pare che a Bologna o si fa la metropolitana o si muore (dovremo chiamare Garibaldi?). Addirittura il presidente della più importante organizzazione economica cittadina, la Camera di Commercio, continua a dare la priorità ai collegamenti in sotterranea fra Fiera, Stazione e Aeroporto (alla modica cifra di 70 milioni di euro al km.) quando gli studi trasportistici ne hanno decretato una domanda assolutamente insufficiente. Eppure questo non è che l’ultimo atto di una serie di inadempimenti governativi nei riguardi della città, ma pare che anche nel resto dell’Italia la prassi non sia diversa. L’aeroporto Marconi aspetta da oltre due anni i fondi di pertinenza statale per l’allungamento della pista anticipati dalla Sab, che ha dovuto indebitarsi (e pagare fior di interessi): sono 30 milioni di euro regolarmente decretati dal ministero dei Trasporti che sono stati letteralmente scippati dalle tasche dei bolognesi per tamponare buchi in altre città. I finanziamenti per l’allestimento del Servizio ferroviario metropolitano, un’opera, mi sia concesso, molto più determinante del metrò per la soluzione del problema numero uno della mobilità bolognese, quello del pendolarismo, slittano di finanziaria in finanziaria e le opere per l’eliminazione della piaga dei tanti passaggi a livello ancora presenti in città, di conseguenza, stanno subendo costanti rallentamenti. Anche i lavori di sostituzione dei semafori alle uscite della Tangenziale con rotatorie, pur essendo finanziati da privati, continuano a non avere inizio, anche se porterebbero certamente gran sollievo alla viabilità urbana, eppure non si sentono lamenti o denunce da parte di politici o associazioni imprenditoriali. Il fatto è che Berlusconi sulla famosa lavagna di «Porta a Porta» ha promesso troppe cose agli italiani, ma, come dicevano tre comici napoletani di qualche anno fa, «l’acqua scarseggia e la papera non galleggia». Quel che è peggio è che non solo non riesce a far partire nuove opere, ma neppure a mantenere gli impegni presi dai suoi predecessori, che dovrebbero automaticamente seguire percorsi ormai solo tecnico/burocratici. Per dettagli informarsi presso la Corte dei Conti o la Commissione europea. La giunta Cofferati ha, giustamente, cercato di salvare capra e cavoli: così come ha fatto col finto tram Teo, ha parzialmente modificato l’assurdo progetto Guazzaloca ed insiste perchè il governo mantenga gli impegni presi in forma ufficiale. Ma se questi si rivelassero definitivamente una chimera, non resta veramente nessuna via d’uscita al problema della mobilità bolognese? È altamente probabile che il deficit ed il debito dello Stato costringano a duri e persistenti sacrifici nei prossimi anni chiunque sarà al governo. Che fare in questo caso? Non conviene vedere se esistono soluzioni meno costose praticabili a breve termine invece di aspettare un futuro risanamento che, oggi, appare molto problematico? I costosi tunnel sono veramente una soluzione obbligata? La tabellina riepilogativa pubblicata in alto in questa pagina riassume i costi dell’attuale progetto di metro-tramvia di Bologna. Come si vede, il contributo dello Stato è vincolato alla spesa di 138 milioni di euro da parte del Comune, con tutti i rischi di eventuali aumenti a proprio carico: quindi lo sfizio di andare in sotterranea dalla Stazione alla Fiera e sotto via Indipendenza non è esente da uno sforzo imponente per le finanze comunali. Inoltre il sistema, per almeno due terzi del percorso, si sovrapporrebbe alle attuali linee di bus senza sostituirle, con presumibili gravi difficoltà nella copertura dell’inevitabile aumento del deficit di gestione del Tpl bolognese, che già costa circa 70 milioni annui alle casse regionali. Quasi contemporaneamente stanno per partire i lavori per l’allestimento di Teo, il filobus che corre su corsie di cemento, che costa come un tram, costringe a rompere le strade come per le rotaie di ferro, e ha la portata inferiore ad un normale autosnodato. La giunta Guazzaloca aveva improvvidamente siglato un contratto con una penale di 20 milioni di euro. Per evitare di pagarla, la nuova giunta ha rappezzato il progetto per renderlo meno impresentabile, dimezzando quasi il percorso. Si tratta di un investimento complessivo di 200 milioni già interamente finanziati. È proprio impossibile accordarsi con il costruttore per risolvere il contratto, pagando la penale più un quid per il danno? Si potrebbe così rifare la gara d’appalto a condizioni migliori. Ma anche pagando il disturbo ad Irisbus, restarebbero a disposizione del Comune circa 300 milioni per affrontare il problema del trasporto pubblico in città in un tempo che potrebbe anche essere inferiore a quel che resta del mandato amministrativo. Mi sia consentita una modesta proposta esemplificativa: 1)collegamento Stazione/Fiera lungo l’esistente linea ferroviaria sopraelevata di cintura, come già previsto dall’accordo sul Sfm (con fermate intermedie al Cnr, Aldini/Ippodromo), importo presunto 10 milioni, 2)collegamento G.Marconi/fermate Sfm di Borgo Panigale ed Aeroporto tramite «people mover» come da progetto Sab, importo presunto 30 milioni 3)restano 260 milioni coi quali si possono allestire dai 20 ai 30 km di tramvia di superficie sulla vera linea di domanda esistente Corticella/San Lazzaro/Borgo Panigale. Il tutto senza impegnare un euro in più di quelli già previsti. Non varrebbe proprio la pena di rinunciare al chimerico finanziamento statale? Se non si vuole resuscitare il progetto di tram della giunta Vitali, che pur meritò i finanziamenti statali poi fatti convogliare da Guazzaloca su Teo, si possono studiare altre soluzioni. Proviamo a fare una simulazione. Se qualcuno vi proponesse un sistema di Trasporto pubblico locale per Bologna con le seguenti caratteristiche: 1. Servire il centro storico dalle zone residenziali nord, est, ovest. 2. Evitare tunnel. 3. Evitare le Due Torri, l’inizio di S.Felice ed ogni strada che vincoli eccessivamente la tecnologia e la lunghezza delle carrozze e dei convogli. 4. Formare una rete a grande capacità di interscambio e con possibilità di sviluppo. 5. Far partire i capolinea in corrispondenza di fermate del Sfm. 6. Consentire risparmi di gestione sulle linee esistenti Atc. 7. Costare non di più della somma già accantonata per Teo e per il metrò/tram. A una proposta di questo tipo non dareste almeno un’occhiata? Si tratta, per ipotesi, di tre linee di tram su rotaia sui seguenti percorsi:
1) Corticella-Matteotti-Pietramellara-Don Minzoni-Marconi-Bassi-Indipendenza-Matteotti-Corticella.2) Borgo Panigale-Saffi-S.Felice-Rivareno-Marconi-Don Minzoni- Pietramellara-Indipendenza-Bassi-Marconi-Riva Reno-S.Felice-Saffi-Borgo Panigale.3) S.Lazzaro-Mazzini-Ercolani-Irnerio- doppia opzione Indipendenza-Pietramellara-Don Minzoni-Marconi-Bassi-Indipendenza o viceversa-Irnerio-Ercolani-Mazzini-S.Lazzaro. |
Sarebbe una soluzione molto interessante , oltre ad essere anche elegante,rispetto a quei DIRIGIBILI ARTICOLATI che si snodano per le vie cittadine prepotentemente e a volte con spericolatezza!!!!!!
Purtroppo Guazzaloca cassò il tram di Vitali sulla T rovesciata e Cofferati non lo riprese. Però lo schema si potrebbe adottare anche con i soli filobus.