“Un congresso per capire qual è la vera natura del PD”- Paolo Serra l’Unità 26 aprile 2012

CHIEDO VENIA:

mi ero illuso che il PD fosse un partito politico

 

Chiedo venia per l’intervento del 19 aprile,  “Ma l’autobus delle riforme non passa due volte”, basato sul presupposto, che si è rivelato illusorio, che il PD fosse un partito politico, cioè una libera organizzazione di cittadini accomunati da un pensiero ragionevolmente omogeneo. Queste convulse giornate hanno dimostrato che non era così, quindi tutto il ragionamento susseguente era fondato su una falsa percezione. In realtà il PD si è dimostrato non fondato sulla fusione, a freddo o a caldo, delle due (o più) culture politiche uscite dalla Resistenza bensì sulla omissione dei problemi che questa fusione poneva e che avrebbero dovuto essere affrontati e chiariti. Il tutto si può sintetizzare topologicamente: fino a che punto l’inseguimento di un elettorato cosiddetto moderato centrista può essere perseguito senza correre il rischio di perdere l’elettorato cosiddetto riformista e di sinistra, o, comunque contrario alla cultura politica, etica ed economica dominante? Questo è il nodo mai affrontato, perché troppo aggrovigliato, che  è venuto al pettine per la rielezione dell’inquilino del Quirinale e che ci ha costretto a richiamare il precedente perché con un PD diviso in tre (o più) tronconi la maggioranza di 504 grandi elettori era irraggiungibile per qualsiasi coalizione. Questo il punto vero, rimosso fin dai tempi dell’autosatirico “ma anche…” veltroniano,  da dirimere al prossimo congresso che, purtroppo, si vedono già i segnali, si sta avviando su dispute generazionali, sicuramente importanti ma prima di contendere un oggetto bisognerebbe definirlo con un minimo di precisione.

La soluzione tentata per rinviare ancora il chiarimento, no ad un governo politico con il centro-destra, sì ad intese istituzionali, è naufragata malamente perché praticabile in un contesto di accettazione comune delle regole consolidate della democrazia, prima fra tutte la divisione dei poteri, ma non praticabile quando il leader della destra è un inguaribile aspirante ad una specie di monarchia patrimoniale lege soluta modernizzata dal possesso delle frequenze tv al posto di quello del suolo patrio che contraddistingueva i vari Luigi francesi. Le esperienze della Bicamerale del 1998, e della mancate riforme condivise del governo Monti del 2012, non sono bastate ai dirigenti del PD, ma, per una volta, il popolo ha avuto più memoria e si è sollevato. Buon segno per il prossimo congresso…

 

 

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