I T-days hanno ben poco a che vedere con la pedonalizzazione del Centro Storico, sono solo un escamotage per evitare di farne delle vere.
Nelle aree pedonali europee entrano solo pedoni e tram (su rotaia), le bici vanno a mano, le consegne ai negozi si fanno con carrelli a mano da piazzuole esterne, i residenti debbono trovare un posto macchina esterno, auto di servizio solo in caso di emergenza. Il tutto 7 giorni su 7 per 365 giorni l’anno.
Gli amministratori bolognesi, inoltre, continuano ad intestardirsi su via Indipendenza, strada progettata nell’800 per unire la stazione al centro tramite omnibus, per ingolfare le strette strade medioeval-rinascimentali destinate a pedoni, cavalieri e carretti. La ingloriosa fine delle fioriere di Sassi è stata velocemente dimenticata? Se ne può vedere una coppia al Centro Sportivo Barca.
La doppia configurazione dell’assetto del TPL, frutto dei T days, non solo è altamente sconsigliata da qualsiasi manuale dei trasporti perché disorienta i fruitori ma costringe a sottoutilizzare (solo 5 giorni su 7) la costosa rete filoviaria che si cerca di installare con i fondi ex metro-tramvia.
Una soluzione razionale potrebbe consistere nell’utilizzo del rettangolo Indipendenza, Ugo Bassi, Marconi, Mille come circonvallazione interna e di interscambio del TPL, e nella eliminazione degli attraversamenti sull’asse della via Emilia, sostituito da Irnerio, a doppio senso, a Nord e Farini-Barberia-Malpighi, direzione ovest, Malpighi-Nosadella- Saragozza-Urbana-Marsili-Garibaldi-XII Giugno direzione est, a Sud. Una navetta elettrica potrebbe percorrere il triangolo Maggiore, Ercolani, San Vitale. Si potrebbero così servire adeguatamente, tre grandi isole pedonali integrali:
a) il quadrante all’interno di Rizzoli, D’Azeglio, Farini, Castiglione,
b)le aree di Riva Reno (detombata dalla Grada a Marconi), Azzogardino, e Galliera (fino a Riva Reno)
c) Zona Universitaria.
Se ci fosse il tram di Vitali sarebbe anche meglio, ma, per ora, tocca accontentarsi dei filobus…