Facciamo due conti sulla Marconi Express spa

Facciamo due conti sul People Mover e sulla Marconi Express spa (ME) che dovrà costruirlo e gestirlo.

Il preventivo finanziario complessivo ammontava inizialmente a 92 milioni ma, causa ritardi nella costruzione della stazione sotterranea dell’A/V di Bologna,  il concessionario, Consorzio Coop Costruzioni (CCC), ha chiesto una revisione a circa 105. L’importo dovrebbe essere coperto per 27 milioni (iva compresa) dalla Regione utilizzando fondi europei Fas (Fondi Aree Sottoutilizzate, che potrebbero trovare un utilizzo molto migliore), per 2,7 (iva esclusa) dalla SAB, per 15,3 da liquidità CCC e per 65 da un mutuo bancario a 19 anni. (Il totale non combacia perfettamente ma questi sono i dati forniti in Commissione Comunale e/o reperibili sulla stampa).
Il conto economico è presto fatto:
–          Le banche forniranno un mutuo di 65 milioni da restituire in 19 anni. Al 4% di tasso lordo abbiamo un rata annuale di circa 4,9 milioni (3,4 cap + 1,5 int) da pagare da parte di ME.
–          Per la manutenzione annuale ordinaria e triennale straordinaria teniamoci ad una media, molto bassa, del 3% del valore dell’opera pari a 3,1 milioni l’anno (sarebbe normale un tasso superiore al 5% in questo caso avremmo una spesa di oltre 5 milioni l’anno).
–          Per l’esercizio (personale, consumi e spese generali) teniamoci sui 2 milioni (il vecchio progetto SAB-Tecnicoop, a fune di 2,7 km, prevedeva  2,5 miliardi di lire del 2000). Teniamo conto che solo di elettricità sono previsti circa 4 milioni di kwh l’anno di cui il 13% recuperati dal solare. A 12 centesimi il kwh sono 400 mila euro.
Nella migliore delle ipotesi, perciò, ma parecchi tecnici del settore mi direbbero che sono stato troppo buono, dalla ME dovranno uscire almeno 10/12 milioni di euro ogni anno per 19 anni. Pari a 1,4/1,7 milioni di passeggeri a tariffa piena di 7 euro (nel 2010 pare che i passeggeri del bus Blq siano stati 840mila, di cui 770mila a 6 euro). Per coprire le spese ne mancano altrettanti, senza contare gli ammortamenti, almeno il 2% del capitale, altri 2 milioni l’anno.  Ecco la ragione per cui difficilmente qualche privato sarà mai disposto ad entrare nella società ed il CCC cerca di passare la castagna ad ATC nel più breve tempo possibile. Inoltre la CCC vuole anche rientrare subito dei 15,3 milioni di liquidità che ha messo, o dovrà mettere ad inizio lavori, nella ME; sfugge ai più dove l’ATC potrebbe reperirli. Proprio certi che non sia meglio accontentarsi del SFM ?

Paolo Serra

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Civis non è ancora l’ultimo atto l’Unità 20 ottobre 2011 paolo serra

CIVIS

Dal 2004 al 2007 su queste stesse colonne ho più volte tentato di suggerire al sindaco Cofferati di pagare i 19 milioni di penale, previsti dal contratto siglato, in zona Cesarini, dal presidente Atc, Agostini su mandato del sindaco Guazzaloca e di annullare il Civis/Teo.                                 Cofferati non se la sentì di affrontare una campagna politico-ideologica basata sull’accusa di far rinunciare finanziamenti statali  alla città, magari guidata dagli stessi che ora,  dopo la decisione di sospendere i lavori in attesa che il Ministero prenda la decisione finale, cantano vittoria. Decise di proseguire cercando di eliminare le peggiori pecche.

Il resto lo conosciamo. Il caos è notevole, le responsabilità indecise, 49 filobus snodati giacciono alle Due Madonne in preda agli agenti atmosferici, per fortuna alcune arterie cittadine hanno preso un aspetto che le fa un po’, somigliare a quelle delle altre città europee. Ma stiamo ai fatti, anzi agli scritti, ricordandoci che carta canta…, ed è questa, penso, la ragione della nota ufficiale firmata Merola-Sutti inviata al CCC ed alla stampa.

In data 11/2/2004 il Ministero Infrastrutture rilasciava nulla osta al “Sistema di tipo intermedio Civis”, vincolandolo ad una serie di prescrizioni. Su questo documento ufficiale Irisbus ha costruito i mezzi ed il Comune ha avviato i lavori stradali. L’1/6/2011 una Commissione Ministeriale, appositamente creata, al contrario, ha sostenuto che il “Sistema” non è sicuro. Il 29/6/2011 Irisbus e CCC hanno presentato ricorso al Ministero avverso alla Commissione. Il 18/10/2011 il Comune e Atc  decidono, precauzionalmente, di interrompere i lavori. Decisione ovvia, visto che ci sono in gioco penali, lavori stradali già eseguiti, e mezzi già costruiti, e, sul finanziamento governativo (due terzi dell’opera) si è alzata una coltre di nebbia impenetrabile. Credo che la decisione sia stata, giuridicamente ed aziendalmente, giusta. La palla è ora in mano al Ministero che deve chiarire la sua contraddizione (sì a Guazzaloca, no a Merola sullo stesso “Sistema”), e probabilmente fronteggiare una causa per danni nella quale un magistrato dovrà decidere se le prescrizioni del nulla osta sono state adempiute o meno.

Nel frattempo le belle, ed assolutamente necessarie, ripavimentazioni in basoli di granito nelle Vie Ugo Bassi, Rizzoli e Strada Maggiore che costituiscono l’ultima tranche dei lavori stradali sono sospese e, se non arriverà il finanziamento statale, corrono il rischio di essere cancellate. C’è da far festa, cari detrattori del Civis? Che come mezzo di trasporto è una vera bufala ma come elemento ordinatore del caos della circolazione urbana è pur sempre, anche se solo in parte, accostabile al “Sistema” cui Guazzaloca rubò il finanziamento ottenuto da Vitali, una tramvia su ferro sulla ormai mitica T rovesciata Corticella/San Lazzaro/Borgo Panigale. A Firenze, partita dopo di noi, ce l’hanno fatta e la prima tratta è un successo epocale, punte di 45.000 passeggeri al giorno di fronte a previsioni di 17.000.  Caro Guazzaloca, indimenticabili quei cinque anni!

Paolo Serra

Pubblicato sull’Unità del 20 ottobre 2011

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Monorotaia verso l’Europa – rita finzi l’unità 26 settembre 2011/CARA RITA FINZI paolo serra l’unità 20 settembre 2011

Pubblicato sull’Unità del 26 settembre 2011

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Cara Rita  Finzi, presidente di Marconi Express spa,

in un primo tempo, per rispondere alla sua “opinione del 24 settembre” ho pensato di ispirarmi al Kurosawa di “Rashomon” con le sue tre versioni dello stesso fatto che ciascuno ritiene vera. Ma forse è più semplice riferirsi al vecchio “Dove vai? Porto pesci”. Nessuno, infatti, afferma che una  monorotaia fra la Stazione ed il Marconi non sia un eccellente soluzione, anzi, fin dal 2005, io stesso, su queste colonne, lo definii “un ottimo dessert”. Ma in una pranzo dove mancano un buon primo ed un sostanzioso secondo, nutrirsi di soli dessert porta al diabete, e per primo e secondo intendevo una tramvia urbana nella famosa T rovesciata Corticella/San Lazzaro/Borgo Panigale ed un Servizio Ferroviario Metropolitano di buon livello (questo sì che ci porterebbe verso l’Europa). Per questo io e tanti cittadini, fra cui molti trasportisti, economisti, urbanisti sosteniamo che per il collegamento suddetto si possa utilizzare l’esistente: i quattro binari delle linee Bo/Vr e Bo/Mi con le modalità più volte ricordate. Questo anche per essere coerenti con le continue dichiarazioni dei nostri amministratori che il SFM è “l’opera strategica per la mobilità del bacino” sulla quale, però, invece di far convergere sforzi e finanziamenti si effettuano solo tagli. Da ultimo il dimezzamento della stazione Aeroporto, ora Borgo Scalo, e l’interramento ad un solo binario della Bo/Budrio che ne preclude ogni ulteriore sviluppo. E’ pensar male affermare che politici e tecnici del Comune di Bologna  non siano affatto interessati al completamento delle stazioni urbane ancora mancanti, Rimesse, Prati Caprara, Zanardi, ed al futuro utilizzo del servizio anche per i collegamenti urbani, come se andare da San Ruffillo all’Ospedale Maggiore in 12 minuti saltando gli ingorghi del traffico cittadino fosse una quisquiglia? Per noi questa è l’Europa verso la quale vorremmo si indirizzasse il Capoluogo di Regione.

Il dilemma resta questo, vale la pena di spendere più di 100 milioni per un po’ di comodità marginale, e non sempre, in quell’una o due occasioni l’anno  in cui la maggior parte degli utenti si reca all’aeroporto? Nel 2005 ci fu autorevolmente risposto che per questo neppure un euro pubblico sarebbe stato speso. Ma la gara andò deserta malgrado gli ingiustificabili 27 milioni della Regione a fondo perduto. Dov’è questo capitale privato che dovrebbe entrare nella Marconi Express spa al posto di Atc? Ne sentiamo parlare ormai da troppo tempo in termini un po’ troppo vaghi. Non vogliamo neppure pensare che si intendano altre aziende locali a capitale pubblico, come Sab o Finanziaria Fiere e via discorrendo. Sempre meglio di Atc, d’accordo, ma sempre in ultima istanza col rischio di impresa a carico dei cittadini che, presumo, vorrebbero vedere spesi o loro denari in opere e servizi un po’ più necessari.

Paolo Serra

Pubblicato sull’Unità del 29 settembre 2011

 

 

 

 

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A tutti i firmatari del documento SFM vs ME 3 ottobre 2011 (incontro con Giannini e Colombo)

A tutti i firmatari del documento SFM vs ME

 

Venerdì 30 settembre  una delegazione degli estensori del documento a favore del SFM vs ME che ha avuto la vostra adesione, composta dallo scrivente e da Gualdi, Alemagna e Mazza, ha incontrato la vice sindaco Giannini e l’assessore Colombo. Abbiamo ribadito le nostre posizioni sintetizzate nei 10 punti pubblicati successivamente. Abbiamo calcato la mano su tre punti cardine:

–          lo sviluppo del Marconi, per quanto auspicabile, non può avvenire a scapito dell’inquinamento acustico sul Navile e San Donato, ribadendo il divieto assoluto di voli notturni (23-7) e l’istituzione di fasce orarie di rispetto nelle quali sia comunque inibito il sorvolo della città (14-16 e 19-23).

–          l’assetto societario della Marconi Express deve escludere qualsiasi azienda a capitale pubblico locale e regionale, non solo Atc ma anche Sab e Finanziaria Fiere od altre, mentre l’eventuale interessamento di FS non deve  andare a detrimento delle Stazioni Urbane del SFM che sono ancora da costruire, Prati Caprara, Zanardi, San Vitale Rimesse, Borgo Panigale Scalo (ex Aeroporto) e di quelle da completare di Fiera e S.Ruffillo, quindi da evitare perché in parziale  conflitto col  People Mover.

–          Il nuovo piano economico finanziario deve essere verificato da un terzo non interessato, e così anche la conseguente nuova analisi costi-benefici.

Per quanto riguarda la parte infrastrutturale e trasportistica, abbiamo fatto presente che:

–          quando sarà realizzato il NUOVO TERMINAL, secondo il Masterplan presentato a circa un chilometro di distanza dall’attuale, per arrivarci occorreranno  3 minuti e 20″ dalla fermata SFM Aeroporto e dai 15 ai 26 minuti di percorso interno, con tappeti e scale mobili (con tutte le valige, da depositare al nuovo terminal), dal capolinea  del People Mover.

–           che , dalla Stazione Centrale al Terminal attuale, in media,con il People Mover occorrono dagli 11 minuti e 30″ ai 15″ (tra le ore di punta e il resto della giornata), mentre con un SFM ben calibrato occorrerebbero  costantemente 15 minuti. Quindi non una gran differenza anche dall’attuale terminal.

–          –   che il collegamento dalla fermata SFM Aeroporto, nell’attesa della costruzione del nuovo terminal, a cui si accederebbe direttamente dalla via    Bencivenni, potrebbe essere realizzato contemporaneamente  alla prima espansione prevista dal Masterplan nel 2014.

–          quando sarà realizzato il NUOVO TERMINAL, per arrivarci, dalla Stazione Centrale, con il People Mover, ci vorranno, in media, dai 26 minuti e 30″ ai 41 minuti, con un percorso più faticoso  e un tempo largamente superiore a quello dell’utilizzazione dell’SFM

 

Colombo ha ribadito la certezza sua e della Giunta delle superiorità del People Mover, basata sulla mancanza di rottura di carico  e sulla chiara destinazione ed identificabilità del mezzo, nei confronti della nostra alternativa basata sulla stazione SFM e SFR “Aeroporto” da completare.

Per quanto riguarda l’assetto della ME la Giannini ha riconfermato che verrà rivisto assieme ad un nuovo piano economico-finanziario. Spera di poter fornire notizie certe entro 15 giorni, ma non esclude del tutto la presenza di aziende locali a capitale pubblico.

 

Paolo Serra

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IL PEOPLE MOVER ALCUNI DUBBI E UNA CONTRADDIZIONE paolo serra l’Unità 21 settembre 2011

Marconi Express fra pubblico e privato

I casi sono due, o il People Mover fra la Stazione e l’Aeroporto di Bologna è un affare dalla redditività ragionevolmente sicura, ed in tal caso non si comprende perché il CCC, che lo dovrebbe costruire e gestire in project finance, cerchi di uscirne nel più breve tempo possibile, e neppure perché nessun altro capitale privato ne sia stato interessato, oppure la redditività è a rischio, ed in tal caso non si capisce perché dovrebbe farsene carico ATC, una Spa pubblica. In nessun paese al mondo collegamenti diretti con aeroporti godono di sovvenzioni pubbliche, né finanziarie, né economiche. Il nostro Marconi Express gode già di un finanziamento Regionale per un terzo del costo che non ha nessuna reale giustificazione, specie in questi tempi di carestia. Implicare surrettiziamente tramite Atc anche Provincia e Comune ne ha ancor meno. La Dirigente del CCC, che è anche presidente della neonata Marconi Express Spa, afferma che il Consorzio conosce bene l’arte di costruire ma non è interessato alla gestione di prodotti che gli sono estranei (al contrario di immobili come la Nuova Sede del Comune) e che preferisce rientrare dell’investimento entro il 2020, con la remunerazione dell’8,35%, se ho ben capito nel rimbombo della Sala Bianca di Piazza Maggiore, per riportarlo nelle imprese. Più che di capitale direi di capacità di indebitamento visto che le Banche copriranno l’intera parte privata, 65 milioni, comunque complimenti ed auguri perché di questi tempi simili remunerazioni non paiono consuete. Questa titubanza del CCC nell’estendere il suo raggio di azione, poi, non mi pare molto giustificata. Benetton è passato dai maglioncini alle autostrade senza apparenti sofferenze, anzi…, e non pare che abbia cercato l’Anas per gestirle. Ad ogni modo si può benissimo cercare ilgestore giusto, certamente Atc, senza bisogno di coinvolgerlo nel capitale di rischio, basta semplicemente remunerargli il servizio. Sarebbe come se io obbligassi la mia collaboratrice domestica, se l’avessi, a pagare una quota del mutuo di casa mia. Atc può benissimo occuparsi di bigliettazione, manutenzione e conduzione dietro il giusto compenso senza comprare la Marconi Express a fettine (25% adesso, 75% entro un anno dalla costruzione, 90% entro 4 anni, 100% entro il 2020).

Tutto questo senza dimenticare che il People Mover è un errore strategico perché indebolisce l’asse portante del trasporto dell’area bolognese, il Servizio Ferroviario Metropolitano, al quale sottrae mezzi finanziari, stazioni lasciate a metà, e probabili mezzi economici sa la gestione diventerà pubblica.

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