“ Le primarie e i pifferai magici” paolo serra l’Unità del 27 ottobre 2012

il pifferaio magico di hamelin

Primarie e pifferai magici

Un mio vecchio amico, compagno di scuola fin dalle elementari, mi ha confidato di voler votare alle primarie del centrosinistra. E’ uno dei tanti liberal-moderati bolognesi che, alle politiche, ha sempre votato qualche partitino satellite  o la stessa DC, turandosi il naso, e, successivamente, Berlusconi, mentre  alle amministrative votava la lista Due Torri. Unica eccezione il 99, quando votò Guazzaloca, e non ha ancora cessato di pentirsene. Ho dato per scontato che fosse attirato dalla candidatura di Renzi, invece mi ha risposto che voterà Bersani. Queste le sue due ragioni: la prima perché Bersani gli risulta l’unico uomo politico che durante la storia della Repubblica abbia cercato di innestare qualche pratica liberale nel corpaccio del consociativismo, vedi “lenzuolate”, ed intende premiarlo, la seconda perché, gravemente deluso da Berlusconi, che lui ora chiama il grande “pifferaio di Hamelin”, gli sembra di riscontrare in Renzi caratteristiche troppo simili, infatti lo chiama il piccolo pifferaio di Hamelin. Ricordando il finale della fiaba dei Grimm con i topi che scorrazzano per la città ed i creduli cittadini che finiscono annegati nel fiume, non ho potuto disconoscere al suo ragionamento una buona dose di congruità…

Paolo Serra

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Multiutility, il problema sarà il costo dell’acqua. Paolo Serra 13 ottobre 2012 l’Unità







 

ACQUA POTABILE, GAS METANO E TARIFFE

Tutta questo battagliare di schieramenti pro o contro l’accorpamento di Hera con Acegas, così come lo slogan “l’acqua è di tutti” che contrassegnò il referendum del 2011, mi paiono perfetti esempi del vezzo italico di appassionarsi al simbolico e disinteressarsi del pratico, con i susseguenti danni causati dalla realtà accantonata.   Nessuno dei contendenti, per ora, ha fatto il minimo accenno al reperimento dell’enorme quantità di risorse, pubbliche o private, che saranno necessarie per adeguare il sistema idrico padano, e l’agricoltura, alla mutazione climatica che con ritmi accelerati li sta trasformando da zona temperata, con precipitazioni stagionali medie costanti in primavera e autunno, a subtropicale (o più precisamente surtropicale) con prolungate siccità e brevi violente alluvioni. Il modello Israele ci dice che il risparmio sarà la prima regola e la conservazione in bacini montani la seconda. La materia prima acqua oggi è gratuita, ne paghiamo solo trasporto, potabilizzazione e, dove viene fatta, depurazione degli scarichi. Un litro d’acqua che esce dai nostri rubinetti costa circa 0,13 centesimi, una famiglia di 3 persone oggi spende circa 20 euro al mese eppure l’aumento del 4% proposto nella primavera scorsa fu considerato una vera iniquità. (Quella acquistata al SK costa da 12 a 34 centesimi al litro, cioè da 90 a 340 volte tanto eppure si continua a consumarne come nessun’altro paese al mondo). Far pagare anche l’acqua come materia prima per finanziare gli investimenti necessari appare un processo quasi obbligato in un immediato futuro, credo che prima ce ne rendiamo conto meglio è. Per paradosso il caso del prezzo del metano per riscaldamento, e trazione, non pare stia allarmando nessuno. Dai 12 dollari del 2008 il prezzo internazionale della materia prima è crollato, ormai stabilmente, attorno ai 4 (dal 2009 ad oggi), eppure le bollette del gas ed il prezzo al rifornimento continuano a crescere perché la tariffa del gas è agganciata a quella dei prodotti della trasformazione del petrolio. Probabilmente questa misura aveva un senso quando il mercato del gas naturale era una piccola frazione di quello del petrolio, ma ora, che gli è quasi pari, non è ora di rivedere la tariffa? Altroché i pochi centesimi dell’acqua, eppure su questa faccenduola non si sente alcuno dibattere. Certamente il gas è meno simbolico dell’acqua, fonte primaria della vita sulla Terra, ma nel portafoglio delle famiglie incide molto di più.

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“ Servizio ferroviario, alcune scelte su cui riflettere”. Paolo Serra 6 ottobre 2012 l’Unità

Maeklong railway market – Thailandia

PERI ed il SFM

Anche martedì 11 settembre alla Festa dell’Unità di Bologna l’assessore regionale Alfredo Peri ha confermato che i servizi ferroviari (SFR e SFM) sono l’obiettivo strategico fondamentale per il futuro della mobilità della Regione e della costituenda Area Metropolitana di Bologna. Ancora una volta non possiamo che rallegrarcene anche se temiamo, di nuovo, che quando si giungerà ai fatti scopriremo che gli aggettivi strategico e fondamentale debbono avere significati diversi da quelli che si trovano in un vocabolario. Continuiamo, testardamente, a non capire cosa ci sia di strategico nell’interramento ad un solo binario della parte urbana della Bologna – Budrio, che  impedirà la futura possibilità di un cadenzamento sotto i 30’ della linea passante Vignola – Portomaggiore. Una linea che si configura come un vero e proprio metrò di superficie contando 15 fermate nei 20 km  da Casalecchio a Castenaso (fra le quali i due poli sanitari del Maggiore e del Sant’Orsola che assommano un numero di spostamenti equivalente a quelli del Marconi e della Fiera). Continuiamo a non capire la strategia sottesa alla cancellazione della fermata Aeroporto per evitare ogni possibile concorrenza col fantomatico people-mover. Oggi la maggior parte dei partenti dal Marconi si fa accompagnare in auto da un parente od un amico, la fermata di via Bencivenni, a cavallo delle due linee per VR e MI, consentirebbe a buona parte degli utenti del bacino urbano e provinciale di recarsi direttamente al Marconi con il SFM. Il  people-mover, che costringe ad un passaggio obbligato dalla Stazione Centrale, non è certo un’alternativa per i bolognesi, è solo un comodo passaggio verso la città per chi arriva in aereo.

L’assessore ha anche continuato a lamentare il procedere del disimpegno degli ultimi due governi che sembrano voler lasciare la partita sulle spalle delle finanze regionali. Forse, però, i tecnici avranno notato che dal 2001 la Regione ha evitato di utilizzare la maggiorazione del 10% sul bollo di circolazione. L’assessore ritiene giusto non alzare la pressione fiscale locale. A parte che, in media, si tratta di poco più di 20 euro l’anno, che per 3,5 milioni di veicoli immatricolati diventano70 milioni, mi pare che le alternative consistano o in un taglio dei servizi, o in un aumento delle tariffe, o in un road pricing sulla Tangenziale di Bologna. Non mi pare che la soluzione del bollo auto sia la peggiore…

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PASSANTE, FERROVIE E LIBERAZIONE DALL’AUTO l’Unità 21 settembre 2012 Paolo Serra

Passante Nord – in blu PTCP in rosso Autostrade

 

Il Passante Nord e la Tangenziale

Appeso da anni al filo della benevolenza di Autostrade per l’Italia Spa il progetto del Passante Nord pare ormai destinato ad essere abortito. Il rischio era noto già al concepimento. La necessità dell’area bolognese di alleviare il carico urbanistico nelle prossimità degli svincoli della Tangenziale e di attenuare le molte ore di ingorgo della stessa confliggeva, e confligge, con gli interessi del gruppo controllato dai Benetton, per il quale la Terza Corsia Dinamica dell’Autostrada basta ed avanza, specie ora che la propensione alla motorizzazione privata italiana dagli eccessi del secolo scorso si sta avviando verso un ridimensionamento di tipo almeno europeo. In effetti, se si tolgono i due maggiori week-end estivi, quando non ne basterebbero dieci di corsie, il raccordo autostradale da Borgo Panigale e San Lazzaro appare ampiamente scorrevole. L’idea di spendere almeno 1300 milioni per un nuovo raccordo passante a nord, che costringerebbe gli utenti ad un aumento di percorrenza, e regalare le corsie abbandonate banalizzandole a beneficio della Tangenziale è così ovviamente in contrasto con gli interessi aziendali che neppure i 400 milioni di rimborso di cui si vociferò negli anni passati potrebbero coprire il lucro cessante di una concessione che arriva al 2038. La strategia di area dei nostri Enti Locali era basata sulla potente accoppiata Servizio Ferroviario Metropolitano – Passante Autostradale Nord, il primo se la passa malino subendo continui ritardi e ridimensionamenti (grida vendetta il progetto di parziale interramento della Bologna – Budrio ad un solo binario che ne bloccherà per sempre ogni ipotesi di sviluppo), il secondo si sta dimostrando irrealizzabile. Entrambi i progetti risalgono a quasi vent’anni fa. Nel frattempo il mondo è enormemente cambiato, i più evoluti paesi europei, ed anche gli USA, stanno rilanciando alla grande il trasporto pubblico, vuoi per ragioni economiche generali, vuoi per ragioni ambientali. Forse non tutto il male viene per nuocere, concentrare tutte le risorse sul SFM, rilanciandolo, accelerandone l’implementazione, potenziandolo fino ai 30 e 15 minuti di frequenza, vincolando lo sviluppo urbanistico alla prossimità alle fermate, potrebbe portarci al miracolo di cessare di essere schiavi di un mezzo motorizzato privato per recarci al lavoro o allo studio.

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Ma il monologo resta una macchia l’Unità 12 settembre 2012 paolo serra

Il giglio di Francia sulla spalla della perfida Milady

Renzi e il popolo PD

Come molti filosofi nel corso dei secoli avevano intuito, pare ormai anche fisiologicamente dimostrato che il cervello della specie Sapiens/Credulus funzioni per concetti, in parte innati, in parte acquisiti, che vengono continuamente paragonati con la realtà che giunge attraverso i terminali chiamati sensi. Ogni oggetto, persona, sentimento passa, dapprima ed inconsciamente, nel circuito primario, che decide, con una scarica ormonale istantanea, la qualità di base da assegnargli:  odioso, antipatico, irrilevante, simpatico o, addirittura, empatico, e quindi lo incasella nella categoria appropriata. Passato il primo vaglio, decisivo, la diagnosi arriva alla  corteccia cerebrale, sede del pensiero conscio, dove gli esaminati vengono riclassificati a seconda della quantità di ormoni che hanno stimolato e di ulteriori stimoli di tipo culturale. Si può scalare, avanti o indietro, nella qualità assegnata, ma non si può riuscire a farla cambiare. Quanti romanzi sono stati scritti, quante memorie sono state narrate, quante vite sono state condizionate da questo meccanismo! Ovviamente anche il popolo dei militanti del PD detiene nei propri neuroni il concetto del leader politico perfetto, concetto che la realtà dei candidati non riuscirà mai ad eguagliare ma cui deve necessariamente tendere, se vuole avere successo. Mi pare di capire, dalle reazioni all’ora di comizio di Renzi alla Festa dell’Unità di Bologna, che il candidato alle primarie rientri principalmente nelle due prime categorie, odioso e antipatico ed abbia qualche fan nelle ultime due, simpatico ed empatico. Se è così credo che la strategia di evitare la forma intervista per usare quella dell’one man show potrà, certo, galvanizzare i seguaci, ma gli sta stampando sulla spalla un  marchio di infamia, come il giglio di Francia su quella della perfida Milady…

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