Primarie e pifferai magici
Un mio vecchio amico, compagno di scuola fin dalle elementari, mi ha confidato di voler votare alle primarie del centrosinistra. E’ uno dei tanti liberal-moderati bolognesi che, alle politiche, ha sempre votato qualche partitino satellite o la stessa DC, turandosi il naso, e, successivamente, Berlusconi, mentre alle amministrative votava la lista Due Torri. Unica eccezione il 99, quando votò Guazzaloca, e non ha ancora cessato di pentirsene. Ho dato per scontato che fosse attirato dalla candidatura di Renzi, invece mi ha risposto che voterà Bersani. Queste le sue due ragioni: la prima perché Bersani gli risulta l’unico uomo politico che durante la storia della Repubblica abbia cercato di innestare qualche pratica liberale nel corpaccio del consociativismo, vedi “lenzuolate”, ed intende premiarlo, la seconda perché, gravemente deluso da Berlusconi, che lui ora chiama il grande “pifferaio di Hamelin”, gli sembra di riscontrare in Renzi caratteristiche troppo simili, infatti lo chiama il piccolo pifferaio di Hamelin. Ricordando il finale della fiaba dei Grimm con i topi che scorrazzano per la città ed i creduli cittadini che finiscono annegati nel fiume, non ho potuto disconoscere al suo ragionamento una buona dose di congruità…
Paolo Serra