Le contraddizioni del Piano Strutturale(in realtà Strategico) – paolo serra l’unità 16 febbraio 2012

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Piano Strategico Metropolitano: fra il dire e il fare…

Mia nonna, obsoleta quant’altri mai, avrebbe detto: c’è di mezzo il mare… Mi è venuta in mente sabato 9 febbraio ascoltando gli interventi dei partecipanti al Secondo Forum del PSM all’Arena del Sole, da casa in streaming perché afflitto da rino-faringo-tracheo-bronchite da PM10 e 2,5. Fra le eccellenti relazioni dei coordinatori settoriali e la realtà degli avvenimenti, anche degli ultimi tempi, ci sono, infatti, parecchie evidenti discrepanze che è necessario sottolineare. E’ stato entusiasmante ascoltare una personalità come Roberto Camagni, coordinatore del Tavolo  Ambiente, Assetti urbani e Mobilità  nominare il Servizio Ferroviario Metropolitano quale priorità strategica assoluta (anche se non è certo la prima volta che ce lo sentiamo dire). C’è da chiedersi, però, come la priorità si concili con il fatto che la Regione ha declassato il progetto di interramento della linea Bologna-Budrio a due binari (potenziali) e lo ha ridotto ad uno solo, frustrando per sempre qualsiasi ipotesi di cadenzamento sotto la mezz’ora di una linea che ha tutte le caratteristiche della metropolitana di superficie. Inoltre, in omaggio al futuribile people-mover è stata cassata la fermata SFM di via Bencivenni su due linee che fanno passare inutilmente un treno ogni 15’ a 800 metri dalla nuova aerostazione.  Anche la seconda priorità del Tavolo, il recupero dell’alveo del Reno a fini naturalistici ed ambientali, è zucchero per le nostre orecchie. Nel frattempo, però, pare non ci siano strumenti per delocalizzare impianti assolutamente incompatibili con un parco fluviale come quelli Sintexcal, Valli-Zabban (ed altri) che proprio nell’alveo del Reno sono insediati, contro i quali i cittadini sono mobilitati da anni. E che dire della conclamata necessità, da tutti invocata, di impedire ulteriori consumi del territorio agricolo e naturale? Sacrosanto principio che diventerà un obiettivo a livello U.E. Come si concilia con la progettazione del Centro Tecnico Sportivo del Bologna F.C  su terreni agricoli a Granarolo con un indice di edificabilità dello 0,16 (che computato sul terreno libero dai campi sportivi diventa quasi dello 0,30)? Domande fatte altre volte, che non hanno mai ricevuto risposta e che, ora più che mai, ci permettiamo di ripetere a Camagni ed al Sindaco Merola, pure autore di un intervento finale lucido e, a tratti, entusiasmante ma non compatibile con la realtà attuale.

 

 

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“Treno in città, se cresce il club dei ragionevoli”. Paolo Serra l’Unità 3 febbraio 2013

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Stazione – Fiera – Aeroporto: La palla al balzo

 Ora è nero su  bianco. Nel protocollo d’intesa firmato il 30 gennaio scorso fra Comune, Provincia e  Fiera di Bologna è compresa la attivazione della linea 6 del SFM, il cosiddetto “braccetto” che, lungo la esistente linea sopraelevata di cintura, congiunge la Stazione alla Fiera, passa a fianco di CNR, Aldini e Tecnopolo, con interessanti possibilità di prolungamento a San Donnino e  CAAB. Secondo una simulazione della Provincia, confermata dalla tesi di laurea di Sara Belluzzi del 2011 (relatore Giorgio Praderio),  l’investimento sarebbe di 20 milioni con assetto base alla mezz’ora utilizzando promiscuamente i binari merci, e di 30 con un binario dedicato. Non possiamo che esprimere una “viva e vibrante soddisfazione”, come direbbe Crozza/Napolitano, per la entrata di Duccio Campagnoli, Beatrice Draghetti, Giacomo Venturi, Virginio Merola e Andrea Colombo nel non affollato novero dei bolognesi ragionevoli, cioè di quelli che di fronte a problemi, necessità, desideri, prima di lanciarsi in ipotesi di rutilanti nuove opere controllano, se, per caso, non ci sia qualcosa di già esistente utilizzabile per funzionale e decorosa risposta. Saltato, con immensa fortuna dei futuri bolognesi, il faraonico tunnel previsto da Guazzaloca e confermato da Cofferati e definitivamente abbandonata la proposta di navetta gemella del people mover si useranno, finalmente, i binari di cui Bologna è ricchissima fin dalla seconda metà dell’800 e che sono rimasti deplorevolmente sottoutilizzati negli ultimi sessanta anni, quando non addirittura smantellati. Campagnoli propone di utilizzare per l’opera parte dei fondi recuperati dalla metro-tramvia  cassata. Noi, inguaribilmente ottimisti, crediamo che non sia neppure necessario sacrificare filobus o altre parti del SFM. Basterebbe riuscire a far entrare nel club dei ragionevoli anche Vasco Errani e Alfredo Peri, convincerli a dirottare su questo progetto i 3,5 milioni che avevano stanziato per la metro-tramvia ed i 27,5 milioni di fondi europei che dal 2008 aspettano inutilmente di trovare soci privati per essere spesi per il people mover. Non c’è neppure bisogno di nuove progettazioni, basterebbe ripristinare il precedente assemblaggio del SFM che prevedeva la stazione Aeroporto di via Bencivenni a cavallo dei binari per Milano e per Verona, che garantiscono un treno ogni 15’  e l’interramento della Bologna – Budrio a due binari per non occludersi per sempre ogni sviluppo futuro su una linea che da Vignola a Portomaggiore si configura come una vera e propria metropolitana di superficie e raggiunge attrattori importanti come il Maggiore il Sant’Orsola e l’Università.

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“Aeroporto, sul rumore è il momento delle prescrizioni”. Paolo Serra l’Unità1 febbraio 2013

grosso villa erbosa

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Master plan aeroporto Marconi arrivano prescrizioni?

 

A pag 52 leggiamo: “…per le strutture scolastico/ospedaliere il rumore aeroportuale attuale determina, da solo, il superamento dei limiti di I classe e, in taluni casi, risulta essere la sorgente sonora dominante…”, alla 53 “…in base alle simulazioni il rumore indotto dai sorvoli genererà un peggioramento di 2-3 decibel sugli stessi recettori” (vuol dire raddoppiare il rumore attuale), alla 64 “…il trend ha evidenziato un sempre più intenso numero di decolli da pista 12 fino a superare il 60% mentre per la simulazione si è usata la media del 51%, non è possibile escludere che il numero sia maggiore di quello previsto…”. Alla 65 “… il 30% dei decolli segue una rotta non conforme alle procedure antirumore, ed il 7% (per Firenze-Peretola)  sorvola tutta la città contribuendo all’innalzamento del clima acustico in contesti territoriali già  caratterizzati da una situazione di diffuso superamento dei limiti… il mancato rispetto di queste procedure è un elemento di forte criticità per la città di Bologna…”.

 

Di che si tratta? Di un libello ambientalista? Della denuncia di un Comitato di residenti? Al contrario, si tratta del parere ufficiale del Direttore Generale dell’Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa della Regione Emilia-Romagna sullo Studio di Impatto Ambientale del Masterplan 2009-2023 dell’aeroporto Marconi di Bologna, presentato da Sab che contiene la richiesta del superamento dei 10 milioni di passeggeri. Il parere, presentato il 19 settembre 2012 è stato fatto  proprio dalla Giunta il 1 ottobre successivo. Evidentemente i 2784 cittadini di parte del Navile che firmarono la petizione al Sindaco nel dicembre dell’anno scorso non avevano tutti i torti nel rilevare che la situazione a Lame, Arcoveggio e Croce Coperta stava diventando insostenibile. La Giunta Regionale ha dato parere favorevole ma subordinato ad una lunga serie di prescrizioni, tra le quali citiamo le più acusticamente interessanti: – istallazione e piena operatività del sistema di atterraggio strumentale anche da est, peraltro già in corso, – sottoscrizione con Enav di un protocollo che indirizzi i decolli prioritariamente verso ovest, – operatività entro un anno da parte di Enac di un regime sanzionatorio per la violazione delle procedure antirumore. Il parere della Regione è andato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che pare lo abbia tenuto in gran conto nella stesura del decreto di compatibilità ambientale approvato prima di Natale, lo sapremo con certezza quando verrà pubblicato ufficialmente.

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