La triste verità del Partito Democratico (seconda puntata) paolo serra 26-11-2013

 

Date un’occhiata a questa tabella dovo ho riepilogato i votanti nei circoli del Partito Democratico nella elezione dei candidati alle primarie per la segreteria dell’8 dicembre 2013 comparati al numero degli abitanti.

votanti  regione abitanti ab/vot
 364  Alto Adige 509.626 1400
 107  Valle d’Aosta 127.844 1194
 802  Trentino 530.308 661
 10.461  Veneto 4.881.756 467
 21.406  Lombardia 9.794.525 457
 9.678  Piemonte 4.374.052 451
 3.572  Friuli 1.221.860 342
 7.037  Liguria 1.565.127 222
 7.180  Marche 1.545.155 215
 1.609  Molise 313.341 194
 8.464  Sardegna 1.640.379 194
 6.842  Abruzzo 1.312.507 192
 31.819  Lazio 5.557.276 174
 24.302  Puglia 4.050.803 167
 30.038  Sicilia 4.999.932 166
 27.819  Emilia-Romagna 4.377.487 157
 39.577  Campania 5.769.750 145
 6.336  Umbria 886.239 140
 30.997  Toscana 3.692.828 119
 17.860  Calabria 1.958.238 110
 8.306  Basilicata 576.194 69

Da un votante ogni 1400 abitanti dell’Alto Adige si passa ad uno ogni 69 della Basilicata. Tutte le regioni a nord del Pò hanno un indice oltre 342. Pur in presenza di realtà socio-culturali molto dissimili, con le assurde punte avanzate di Calabria e Basilicata, salta agli occhi la crisi di militanza politica del PD, che, peraltro, è l’unico partito che ancora presenta una organizzazione territoriale, anche se a chiazze. Pane per i denti dei tre candidati anche se il favorito Renzi non ha alcun bisogno di un partito perché preferisce rivolgersi direttamente al popolo dai video, mentre l’insider Cuperlo pare visibilmente paralizzato da quello che Fabrizio Barca ha chiamato “muro di gomma” eretto dai “capibastone”. Resta il solo Civati, giovane ma coraggioso, con il suo seguito di under 30 inesperti ma entusiasti, e di entusiasmo direi che ce ne sia proprio bisogno per rianimare un partito paralizzato da almeno due anni (a voler essere buoni).

Paolo Serra

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La triste verità del PD (prima puntata) paolo serra 24-11-2013

Cara Unità,

       accantonando per un attimo il torneo oratorio dei tre candidati (e non due come sembrerebbe seguendo i media), la triste verità del PD, inteso come associazione volontaria di cittadini e non come “muro di gomma frequentato da capobastone” (copyright Fabrizio Barca), è la seguente:
Totale voti espressi nei congressi di circolo 2008 = 675.000
Totale voti espressi nei congressi di circolo 2009 = 466.000
Totale voti espressi nei congressi di circolo 2013 = 320.000 (ottobre)
Totale voti espressi nei congressi di circolo 2013 = 295.000 (novembre)
Questo il risultato della partecipazione all’accoppiata governativa Monti/Letta…
E’ ovvio che solo uno dei candidati, Civati, ne sia preoccupato. Per Renzi l’esistenza di un partito non ha alcuna rilevanza dato che lui si rivolge direttamente al popolo tramite gli schermi tv, anzi è una perdita di tempo… Per Cuperlo il problema consiste nel trovare il sistema per liberarsi dei lacci di quelli che ci hanno ridotti così e lo sponsorizzano (temo che la contraddizione non lo consenta). Resta il giovane, ma coraggioso,  Civati e la sua banda di giovanissimi, inesperti ma entusiasti. La speranza sarà anche piccola (lo sapremo l’8 dicembre), ma è l’unica carta reale per il PD e per la sinistra in Italia.

 Paolo Serra    Bologna

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UN FUTURO DI SPERANZA Giancarlo Mattioli lettera a Repubblica 28 ott 2013

mattioli    Con grande rilievo la stampa, nei giorni scorsi, ci ha informato che finalmente, le nostre maggiori istituzioni Regione,Provincia e Comune si sono impegnate, insieme ed in modo insolitamente chiaro e solenne a perseguire un obbiettivo di grande valore civile e simbolico per la città, la regione ed il paese: la riesumazione del Motor Show alla Fiera di Bologna.

Era ormai diventata insopportabile l’incertezza per il futuro di questa prestigiosa manifestazione: Il maggior contributo in Italia per incentivare l’uso dell’automobile.  Soprattutto dell’automobile di lusso e del SUV, gli insostituibili complementi per compensare nelle città, e soprattutto nei centri storici, le vistose carenze dei trasporti pubblici. Uno Show che, accanto a raffinate e accattivanti tecniche della persuasione, mostra il prezioso contributo educativo di questa manifestazione a favore della continua evoluzione ecologica dell’automobile. Come dimostrano i prestigiosi traguardi che la nostra regione e le nostre maggiori città hanno raggiunto nella graduatoria mondiale dell’inquinamento atmosferico ed in particolare delle polveri sottili.

 

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Mozioni PD, il diavolo nei particolari

diavoletto tentatore

Come diceva anche Hitchcock “ il diavolo si cela nei particolari”, che tradotto in termini psicoanalitici vuol dire che l’inconscio alla fine trova sempre la sua strada per emergere sull’ego. Per alleggerire la tensione congressuale del PD proviamo a trovare le tracce che il diavoletto, costretto a subire per decine di pagine di testi attentamente controllati, ha lasciato nei titoli, e sottotitoli dove esistono, delle quattro mozioni presentate:

 

  • Cambiare verso (Renzi)
  • Per la rivoluzione della dignità (Cuperlo)
  • Dalla delusione alla speranza – Le cose cambiano cambiandole (Civati)
  • Il futuro che vale – Per un partito, democratico, solidale, europeo (Pittella)

L’autogol più clamoroso pare quello di Renzi che, nell’ansia di sostituire l’ormai obsoleto “rottamare” ha estratto dal cilindro “cambiare verso” dimenticando che la parola ha più di una accezione. Non solo direzione di marcia, come pare intendere lui, ma anche di puntamento, e sul pollice verso si potrebbe cominciare a scherzare, inoltre retro di un foglio, e qui andiamo sul pesante, ma soprattutto porzione di testo poetico, significato dal quale sono derivati verso e versaccio come emissioni foniche. A questo punto il parallelo con le sue esibizioni televisive diventa pressoché obbligatorio, per i maligni.

Anche su Cuperlo il diavoletto si è accanito con vivacità. Che significa, infatti, auspicare una rivoluzione della dignità se non l’ammissione che il PD fino ad ora ne è stato privo? Peccato che i suoi sostenitori siano proprio quelli cui si deve addebitare la carenza.

Con Civati e Pittella il diavolo non ha voluto infierire, si è limitato a fargli aggiungere due inutili sottotitoli nel tentativo di raddoppiare le esche della curiosità, e questo la dice abbastanza lunga sull’ansia di essere considerati non veri candidati ma outsiders con poche speranze. Questo traspare anche nella lunghezza del testo di Civati, 68 pagine contro le 23 di Pitella, le 22 di Cuperlo, mentre le sole 14 di Renzi, al contrario la dicono lunga sulla certezza di vincere senza sforzo. Civati poi, che aveva azzeccato un ottimo slogan, secco ed inequivocabile, non avrebbe proprio dovuto annacquarlo con parole un po’ abusate.

Buona ventura a tutti, anche se io ho già espresso la mia preferenza per il più giovane (di pochi mesi) ed il più coraggioso nelle azioni e non solo nelle apparizioni.

Paolo Serra    www.bolognaragionevole.org

 

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