PEOPLE MOVER “Il pasticcio societario”
Il viandante che si trovasse a percorrere via Agucchi da Pescarola verso Santa Viola, giunto allo scavalcamento del ramo ferroviario militare dismesso, si troverebbe a mirare il cantiere centrale della navetta sopraelevata fra la Stazione ed il Marconi detta “people mover”. Tale cantiere è affiancato da due cartelloni di diversa misura dove si possono leggere informazioni di vario interesse. In quello più grande scopriamo, infatti, che oltre alla concessionaria Marconi Express ed all’appaltante CCC Scarl (con relative coop subappaltanti, una veneziana, una pistoiese e due bolognesi) esiste anche una affidataria, People Mover Scarl residente allo stesso indirizzo di via Emilio Lepido 182/2 del CCC. In quello più piccolo l’appaltante CCC è nominato referente mentre l’affidataria People Mover è nominata esecutrice. Poichè i miei elementari ricordi di diritto amministrativo e commerciale risalgono ad oltre 50 anni fa, e nel frattempo abbiamo avuto una serie interminabile di interventi legislativi, non voglio neppure ipotizzare che appaltante e referente non siano sinonimi, così come affidataria ed esecutrice, qualcuno più aggiornato di me potrebbe confermarlo. Mi incuriosiscono, però due fatti: il primo che il CCC, vincente della gara, abbia costituito una concessionaria per costruire l’opera e poi gestirla, come da contratto di finanza di progetto, per poi ritrovarsi stazione appaltante, il secondo che sia stata costituita una terza Scarl per eseguire l’opera (forse solo per costruirla mentre la gestione rimarrà a Marconi Express?).
Viste anche le ultradecennali peripezie della progettazione, che non sono finite in quanto siamo in attesa della conclusione del processo penale in corso mentre la Procura della Corte dei Conti Regionale ha già quantificato un danno erariale di 14,9 milioni, sarebbe forse il caso che un buon giornalista d’inchiesta, se il ramo non è del tutto estinto, cercasse di sapere la composizione societaria della terza scarl e, soprattutto chi ha garantito col proprio patrimonio i mutui di circa 60 milioni necessari per la esecuzione.
Paolo Serra Bologna